Ma l'Amore no - ed Ibiskos - Empoli 1997 - poesie
"Noi ti abbiamo dimenticato,
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra."
J. PRÉ VERT (Questo Amore)
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“L’amore, sotto varie spoglie, - scrive Giovanni Nocentini nella sua “Storia della Letteratura Italiana del XX secolo" - è come si dice il leit-motiv del sentimento personale di questo Autore. Non è possibile considerare vanità gli effetti dell’amore? E, se considerassimo come tale l’amore, cos’altro resterebbe da considerare? Renato Pernice affronta con grande impegno la problematica così varia e indefinibile del nostro esistere e lo fa con un verso semplice, rapido, d’una struttura motrice moderna e perciò, direttamente intelligibile”.
“I componimenti del Pernice – scrive Anton Maria Vito Todaro sul periodico “Il Galeone” del sett./ott. 1998 - mi richiamano gli “scherzi” del nostro poeta Giuseppe Giusti o le nugae del più grande dei poeti nuovi del I° sec. A.C.: Gaio Valerio Catullo”.
“A grandi linee, la poesia del Pernice si articola in un caleidoscopio di immagini, umori, sensazioni sempre diverse e imprevedibili, generando talora, come nella raccolta “Ma l’amore no”, una lirica concitata, dove all'intreccio delle vicissitudini e dei sentimenti, il disincanto si fa strada aprendo pagine di sottile ironia che giungono a sfatare l'enfasi d’idealità dell'oggetto d’amore.
Nella lirica "La cometa" scrive infatti: “Mi apparisti come una cometa./ Dissi a me stesso:/ -stavolta non m'inganno,/ è proprio lei l'amore-./ (…) / Poi.../ Un po’ tardi m'accorsi/ ch’era giunto/ soltanto il Natale…”.
(da “Nota critica” di Salvatore Solarino – 27.03.2010)